Golfo Aranci
Da Visitare
La pregustazione visiva comincia nell’approssimazione ottenuta dalle NT presso la costa nord orientale della Sardegna ai confini della famosa Costa Smeralda. Sulla sinistra scorge la coda dell’Isola di Tavolara “Punta Timone” località famosa per la sua appartenenza alla Nato e per faro. Alla nostra destra appare il promontorio di Monte Ruju con la montagna di Capo Figari che sovrasta il Golfo degli Aranci.
Nell’accostare s’intravedono le piccole insenature di Cala Spada, La Balimedda e Cala del Sonno; alle spalle del monte alcune grotte a fior d’acqua che probabilmente sono state rifugio della Foca Monaca che qualcuno ancora oggi dice di vedere, sembrano invitarci ad un’escursione. Durante il costeggio della gran mole del Monte Ruju ci si accorge della maestosità della montagna, la sua bellezza pare impenetrabile dalle sue rocce a strapiombo e dalle onde che infrangono contro gli scogli. La Cala del Sonno è l’unica spiaggia appartenente a Figari formata da ciottolato misto a sabbia e raggiungibile solo dal mare.
La Frana si ricorda per un incidente mortale dove persero la vita due persone di cui un pescatore e l’addetto al controllo del faro, distinguibile per il colore della roccia (chiaro dove è avvenuto il distacco).
“Le Sorelle”, invece, è un incredibile disegno naturale paragonato alla faccia di due donne contrapposte tra loro. Ad un certo punto una piccola insenatura alla nostra destra ci dice che siamo arrivati a Cala Greca.
La spiaggia di sassi mista a sabbia c’invita ad approdare. La località è famosa per le leggende che la collocano nei primi siti golfarancini, accessibile sia da mare che da terra.
Ci addentriamo per una cinquantina di metri e scorgiamo un piccolo Cimitero molto ben curato, dove riposano i resti di 5 marinai di un bastimento ligure (Il Generoso Secondo) naufragato nel 1888, il silenzio tutto intorno rende il luogo ottimo per trascorrere una giornata in scampagnata. Costeggiando Cala Greca arriviamo a Punta Filasca sovrastata dalla Batteria, località che non c’entra niente con la musica, il nome presumibilmente deriva dal fatto che durante il periodo bellico era usata come “batteria militare”. Ancora oggi sono presenti delle grotte dove i militari conservavano le munizioni per i cannoni installati all’esterno. Svincolata Punta Filasca approdiamo nella piccola banchina di Cala Moresca. Lasciamo per un attimo la stupenda veduta che ci appare di fronte con l’isolotto di Figarolo a far da sentinella alla
gran golfata e diamo uno sguardo al vecchio forno che fino ai primi del novecento serviva per la lavorazione della calce. Con gli occhi seguiamo lo sterrato che da Cala Moresca conduce su al faro di Capo Figari dove nel 1928 Guglielmo Marconi inaugurò il ponte radio e la centrale amplificatrice di Cala Spada. La voglia di scoprire e di filmare il Muflone, è più forte della fatica, zaino in spalla e via su per il sentiero, percorso fino al 1965 dal vecchio mulo “moro” della Marina Militare a dorso del quale i militari percorrevano il tragitto che da Cala Moresca conduce a Capo Figari.
Arrivati in cima dove esistono il ponte radio e i resti della caserma militare, un panorama mozzafiato si presenta ai nostri occhi. Lo sguardo assetato percorre tutta la costa da Golfo degli Aranci fino a scorgere le coste della Corsica, tra un miscuglio di colori di blu scuro e azzurro chiaro per poi fondersi con il verde smeraldo, da lassù Golfo degli Aranci ci appare in tutta la sua bellezza, le strisce di sabbia bianca, i lecci, il lentischio e l’olivastro danno vita ad un conflitto di colori dove qualunque commento diventa superfluo. Le vecchie mura della caserma riesumano ricordi e pensieri dimenticati nel tempo. La vecchia stalla dove nel 1957 decine di pecore morirono di stenti, perchè il pastore dimenticò la porta chiusa. La torretta dalla quale il militare di guardia segnalava eventuali guasti ai fari di Figarolo e Capo Ceraso.
La stanza del Capitano e quella dove erano conservate le armi. Il dormitorio e la cucina. Durante l’ultimo conflitto mondiale quando l’Italia era alleata con la Germania, facevano servizio anche alcuni soldati tedeschi, due dei quali morirono ammazzati, il primo per errore dal fucile del commilitone; intento a pulirlo partì un colpo il quale colpii a morte il soldato, l’altro si sparò per la disperazione. Riprendiamo la via del ritorno giù per il sentiero fino ad arrivare alla piccola baia dove riprenderemo il largo per dirigerci verso l’Isola di Figarolo, prima però, uno sguardo alla piccola nicchia nella roccia che domina la Cala Moresca, all’interno della quale è conservata la statuetta dell’Immacolata e quella di S. Rita. Fu costruita in ringraziamento per uno scampato pericolo presumibilmente nell’anno 1930 da un abilissimo scalpellino, Giovanni
Lenzini da Fiumalbo al tempo in cui gestiva il forno della calce con alcuni operai. Il nome di Figarolo deriva, probabilmente, dal fatto che l’isolotto si trova vicino alla penisola di “Figari”. Approdiamo nell’unica piccola, ma stupenda spiaggia. Ci addentriamo tra l’impervia vegetazione con la morbosa curiosità di scoprire i resti di quella che una volta sarebbe stata la dimora di una nobildonna dell’epoca romana o, come qualcuno afferma, di una delle ancelle predilette dall’Imperatore Nerone. Figarolo oltre ad ospitare il faro per la navigazione è l’habitat naturale per alcune specie di animali quali: il muflone, il falco pellegrino ed il gabbiano corso.
Lasciamo L’Isolotto di Figarolo alle nostre spalle e dirigiamo verso il Golfo costeggiando i Baracconi, piccole casupole abitate da pastori e pescatori. In questa zona scopriamo delle piccole spiagge ottime dove trascorrere una giornata in solitario. A proposito di Golfo degli Aranci, sull’origine del toponimo vedi “la storia del Toponimo”. La cittadina è dotata di due porti turistici, Baia Caddinas e Punta Marana, un porto peschereccio,
ben 24 spiagge dalla sabbia finissima e mare che ha reso possibile l’assegnazione per 4 volte della bandiera blu, presenta numerose attività ricettive, commerciali e di artigianato locale, pizzerie e ristoranti dove si può gustare il pesce cucinato con tecniche casalinghe, soprattutto fresco pescato da pescatori locali. Conta circa 2500 abitanti (residenti), circa 20.000 utenze nella stagione estiva. Il territorio misura 1.637 HA e si estende fino al confine di Olbia dalla strada panoramica delimitata dal ponte di Bados, mentre dalla statale dalla località di Rudalza questa ultima condivisa con il Comune di Olbia. Rudalza è situata tra la statale e la strada per Porto Cervo. In Rudalza prevalentemente si esercita l’attività agro-pastorale e grazie alle vicinanze di Portorotondo quella marittima. Spingendoci verso Golfo degli Aranci subito dopo la casa cantoniera, un cancello con l’indicazione per Nostra Signora del Monte ci invita a visitare il luogo di culto dove la prima domenica di Maggio si festeggia La Madonna del Monte.
L’usanza prevedeva che coloro volessero partecipare alla festa per raggiungere il monte dovevano percorrere la strada che lo divideva dalla propria abitazione a piedi, usanza che con l’arrivo delle automobili, fu presto abbandonata. Raggiunta la cima del monte non si può fare a meno di notare il panorama, unico nel suo genere, che solo questa zona può offrire. Nella zona sottostante sono presenti le località turistiche Marana, Marinella, Marineledda e Baia de Bahas. Da questa latitudine è possibile visitare le spiagge più belle del litorale attraverso le quali si entra alle isole dei Gabbiani (Mortorio e Mortoriotto), Soffi e le Camere, con l’ausilio di motobarche che compiono trasporti giornalieri. Al rientro dalle isole possiamo fare rotta verso Cala Pasquale per fare visita al cimitero dei naufraghi di Viareggio (vedi la Preghiera dei naufraghi), il luogo è raggiungibile anche da terra imboccando la stradina che porta alla spiaggia di Cala Sabina a sua volta raggiungibile con il treno.