Il Washington al Golfo degli Aranci

Golfo Aranci

Garibaldi

Garibaldi

Il 14 agosto 1860 il Washington volse la prora al Golfo degli Aranci, dove giungeva innanzi al mezzogiorno – L’assenza del Generale dal Faro durò ben dieci giorni e fu per molto tempo cosa oscura a tutti. Ma l’oscurità è ora chiarita da una lettera di Agostino Bertani a persona amica dal bordo del “Washington”, il 12 agosto : “Ho con me Garibaldi a bordo e con lui navigo al Golfo degli Aranci, per piombare di là inaspettati sullo Stato romano e rimettere la questione italiana sulla sua vera base ed aprire i varchi alla gioventù italiana che verrà a fare di Roma la capitale della nostra Italia. Ho avuto una felice inspirazione di venire… Un corpo di nove mila uomini era stato allestito in quel volger di tempo dal Bertani, che postolo agli ordini del Pianciani, intendeva, secondo le istruzioni di Garibaldi stesso, spingerlo ad invadere gli stati pontifici. Ma una tale spedizione si volle, dal governo piemontese, impedire a qualunque costo, anche usando la forza. – Si convenne allora tra il Bertani ed il ministro Farini di mandar tutta quella gente a radunarsi a Terranova in Sardegna e di là unita dirigersi in Sicilia. Fu allora che Garibaldi, veduta la difficoltà del passaggio nello stretto, ed anche considerata la pochezza delle sue forze, saputo dal Bertani, giunto a Messina, del compromesso avvenuto col Farini, e come al Golfo Aranci si trovasse una bella legione di 8 mila uomini, decise un giorno di correre egli stesso a prendere quel prezioso soccorso e guidarlo in Sicilia. Così fece: giunto al Golfo Aranci, fatta una visita alla sua Caprera, ordina che tutta la gente lo segua a Cagliari da dove la fa proseguire per Palermo ove egli pure sbarca il 17 agosto.

Il governo sardo inoltre doveva permettere che la spedizione si riunisse sulla costa settentrionale dell’ isola di Sardegna nel golfo degli Aranci, e nella baia di Terranova, dove altresì sarebbe proceduto all’ armamento; ed è di colà che la spedizione prese il nome, non senza un’ allusione al luogo cui volgeva, che non era la Sicilia, ma una terra nuova. Il Bertani sapeva essere il Garibaldi pienamente d’ accordo intorno al progetto di Spedizione nel territorio romano; e ch’ ei perfino avvierebbe le operazioni affinchè non cadesse dubbio del suo operare di concerto con lui. Laonde egli recarsi in Sicilia ai primi di agosto per meglio intendersi. Questa sua andata insieme alla risposta del Garibaldi alla lettera del re fece dubitare della sua parola. Laonde il governo piemontese mandò di stazione l’ avviso Gulnara nel porto di Terranova, commettendo al capitano adoperasse minacce ordini lusinghe coi comandanti delle diverse frazioni della spedizione a mano mano giungessero nel golfo degli Aranci a continuare immediatamente per Palermo.

Correva voce essersi il Bertani recato in Sicilia per ottenere un ordine del dittatore di sbarcare direttamente nello Stato romano il governo piemontese dichiarò riconoscere in quelle Sollecitudini la violazione della convenzione; e vi rispose violandola egli stesso col ricusare il conceduto luogo di convegno sulla costa della Sardegna. Ma volle il caso che invece di riuscire ostile, aiuto alle brame del Garibaldi; giacche questi essendo pienamente conscio della forza reale del proprio esercito, e trovatala scarsa al bisogno, aveva risoluto di avvantaggiarsi quest’ uopo della spedizione che a Terranova si andava apparecchiando. Giova conoscere le cagioni che fecero differire la spedizione del principal corpo contro la Calabria Il Garibaldi risolveva rendersi personalmente nel golfo degli Aranci per condurre seco la spedizione di Terranova. E ciò parevagli necessario, essendosi divulgato non voler quelle genti intendere di altra destinazione che non fosse la manifestata in principio, cioè per gli Stati del papa. Il 12 agosto ei rimetteva al generale Sirtori, suo capo di Stato Maggiore, il comando supremo al Faro, commettendogli d’ affrettarsi a raccozzare tutte le barche in prossimità di Torre del Faro e far compiere la costruzione delle batterie. Egli s’ imbarcava poscia sul Washington.

Correva pel campo la voce, non però verosimile dopo la lettera del re Vittorio Emanuele e della risposta del Garibaldi, che egli fosse chiamato a Torino, per rendervi conto dell’ opera sua, e che in quel momento aderiva al fattogli invito. Ma invece nella notte del 13 al 14 il Washington gittavasi nel porto di Castellammare, presso Napoli, dove il Garibaldi tentava un ardito colpo sul vascello di linea napoletano il Monarca. Non riuscì; ma il solo fatto dell’ apparizione del Garibaldi in quel porto, bastò a mettere i regii nella maggior incertezza riguardo a suoi progetti; e cominciarono a temere che egli tenterebbe uno sbarco nella stessa Napoli, o quivi intorno. Ma il Washington volse la prora al golfo degli Aranci, dove giungeva innanzi al mezzogiorno del di 14. Colà non rinvenne se non che la maggior parte della 3^ e 4^ brigata. Già la l^ e la 2^ erano partite dal golfo alla volta di Palermo, non pur aspettando il rimanente della spedizione, come era loro commesso, a ciò raggirati e indotti dalla Gulnara. Il restante della 3^ e 4^ brigata, com’ anche lo Stato maggiore generale, giunti non erano ancora. Arrivata la 1^ brigata Eberhard a Palermo, ebbe ordine di fare il giro dell isola da ponente a mezzodì, e alcune centinaia d uomini furono aggiunti ai suoi, condotti dal Franklin. Doveva cotesto corpo raggiungere il Bixio, pervenuto ormai sulla costa orientale, dove era ancora il di 13, intento a reprimere una sollevazione in Bronte nel distretto dell’ Etna. Unitisi cotesti due corpi a Taormina, la Divisione del Bixio raggiunse il numero di 4500 uomini in circa. La brigata 2^ essendo trattenuta in Palermo, era in preda a qualche agitazione. Il Bizantino, in cui era imbarcata la rimanenza della 3^ e 4^ brigata insieme allo Stato maggiore, non potè partire da Genova innanzi al mezzogiorno del 13, avendo il governo piemontese con meschini pretesti fermato il danaro della spedizione o ritardatone il versamento. Perciò il Bizantino non giunse che dopo il mezzodì del14 nella baia di Terranova. Il Garibaldi in quella stessa mattina non avendovi dunque trovato che il grosso delle brigate 3^ e 4^ le aveva condotte con se a Cagliari; dove le seguiva il Bizantino, non avendo il Pianciani potuto raccogliere indicazioni, sebbene confuse, sul vero stato delle cose. Il di 15 dopo il mezzogiorno il Bizantino entrava nella rada di Cagliari, e il Garibaldi ordinava al Pianciani si rendesse immediatamente a Palermo, dove il seguirebbero gli altri legni, non appena avessero provveduto carbone. La sera del 16 il Bizantino stava nel porto di Palermo.

A cura di Massimo Velati

Servizio traghetti a cura di Traghettilines