La Nicchia di Cala Moresca
Golfo Aranci
La nicchia di Cala Moresca fu costruita in ringraziamento per uno “scampato pericolo”. Tanti si fermano, la guardano, pregano, e lasciano una piccola offerta. La nicchia sulla roccia che domina la Cala Moresca è “passaggio obbligato”. Coloro che si recano alla spiaggia, a Punta Filasca o a Cala Greca le passano accanto. Ormai fa parte del paesaggio. Ma come mai c’è una nicchia sulla cala? E’ un ex voto.La sua “storia” ci è stata narrata da Clara e Dolores Sini. Il loro nonno materno, Bartolomeo Lenzini di Fiumalbo, aveva l’appalto del forno di calce di Cala Moresca.
Vi lavorava con operai continentali in prevalenza e li alloggiava nel salone. Lui con la famiglia abitava nella casetta che tutti abbiamo conosciuto abitata da zio Antonio Sale. A Bartolomeo su
bentrò il figlio Giovanni. Anch’egli, con la moglie Agnese abitava nella casetta. Con lui lavorava Giovanni Piccinnu che tanti ancora ricordano: con il carro a buoi trasportava le fascine per alimentare il forno. L’otto dicembre (probabilmente del 1930) Agnese vedendo Giovanni diretto al lavoro gli disse: “oggi non si lavora; è l’immacolata”. Ma Giovanni non le diede retta e parti col carro. Tornò con un gran carico di fascine. Senonché nella curva prima della spiaggia il carro si “impuntò” e rischiava di catapultarsi in mare.
Agnese dalla porta di casa vide e gridò: “Madonna mia, aiutali!” ed il carro si bloccò continuando la discesa verso la spiaggia e il forno. Per lo “scampato pericolo” e nello stesso punto, il Lenzini costruì la nicchia e vi collocò la statuetta dell’immacolata. Tempo dopo, a quella della madonna fu aggiunta la statuetta di S. Rita. A zio Antonio Sale geloso “custode della nicchia” sono subentrate altre persone: la tengono in ordine e prelevano le offerte portandole il parrocchia. Anzi portando metà delle offerte; l’altra metà pare vada in miscela.
Servizio traghetti a cura di Traghettilines