Carlo Savino in visita a Capo Figari
Golfo Aranci
STV Carlo Savio in visita presso il Semaforo di Capo Figari nel 1914. Frammenti di storia e di un mondo che non esiste più… Uno scirocco umido e greve è succeduto alla calma degli scorsi giorni, e la salita al semaforo di Capo Figari, che sorge vestito della sua scacchiera di colore sul promontorio dominante la rada e l’arcipelago, fa tornare in mente una reminiscenza delle penose arrampicate sulle colline d’Ancale, dietro Assab, nere e sterili avanguardie del deserto. Eccoci finalmente giunti. L’anacoreta del dovere, il sottufficiale semaforista, mi è venuto gentilmente incontro ed ora mi fa gli onori del suo minuscolo regno: una cameretta veramente monacale, una minuscola cucina, un’altra piccolissima stanza dove ticchetta l’apparato del telegrafo e la terrazza dove sorgono le antenne delle segnalazioni. Un marinaio è in grandi faccende per combinare le bandiere multicolori a gruppi di due, di tre, di quattro per legarle alla sagoma, issarle ed abbandonarle alla violenza del tempo. Si conversa con un cacciatorpediniere che sembra essersi staccato dalla folla delle navi apparentemente immobili sulla linea dell’orizzonte, intento allo svolgimento della tattica fissata dal programma di ieri. “il dispaccio la riguarda” mi dice il sottufficiale “alle 13 una torpediniera verrà alla banchina di Golfo degli Aranci per imbarcarla e condurla ad assisterla al tiro collettivo delle artiglierie di una intera divisione della squadra”…. la Brin, recante a bordo il Re, invece, si dirige sotto il nostro promontorio…
A cura di Massimo Velati
Servizio traghetti a cura di Traghettilines