I Mufloni

Di Capo Figari e Figarolo II Parte

La peculiarità fenotipica dei mufloni di Figarolo

Muflone di Figarolo

Muflone di Figarolo

Per il mantello anomalo sette mufloni di Figarolo si differenziano nettamente dai mufloni a fenotipo tipico di questa specie. Essi vengono qui di seguito descritti:

  • Maschio di 10 anni circa presenta: una lista bianca che va dal labbro superiore fino al sincipite, diffondendosi aboralmente alla regione nasale e interessando tutta la testa eccettuate le guance che si presentano di colore grigio. La regione della gola è bianca. La corporatura è leggermente più robusta rispetto ai maschi adulti dell’isolotto. Sul resto del corpo il manto invernale così come quello estivo sono regolari. La stria nera sulla faccia laterale degli arti posteriori raggiunge il modello.
  • Maschio di 6/7 anni presenta la testa completamente bianca tranne una chiazza scura rotondeggiante, del diametro di 5 cm circa, sulla guancia destra, oralmente all’occhio, e un’altra chiazza un pò più grande della precedente, di color aguti, ventralmente all’occhio destro. Il bianco della testa si estende all’attaccatura del collo e sul lato ventrale di questo formando un triangolo isoscele col vertice che raggiunge il petto. Il manto invernale è di colore regolare in tutto il corpo; la sella bianca inizia a risaltare in anticipo rispetto agli altri mufloni. Il manto estivo è più chiaro rispetto agli altri maschi adulti. La stria nera sulla faccia laterale negli arti posteriori si arresta al garretti.
  • Femmina presunta di 8 anni; presenta la testa completamente bianca ad eccezione della guancia sinistra. Sulla fronte spunta un abbozzo di corna di 2 cm circa. Il lato sinistro del tronco presenta pezzature di colore bianco e di forma irregolare in numero di quattro circa. Il lato destro presenta piccole chiazze bianche poco evidenti numero di tre circa. Il colore del restante mantello normale. La mole è massiccia e si distingue per corpulenza dalle altre femmine che si presentano in diverso grado meno robuste. 4 e 5) Due femmine appena avvistate di recente che presentano una il lato sinistro del tronco chiazzato di bianco, l’altra il lato destro con qualche piccola macchia bianca. 6-7) Si trattava di una femmina di 2 anni circa che presentava la testa con una lunga lista bianca dal labbro superiore al sincipite. La mole era normale e così pure il resto del mantello.
    Essa partorì un maschio nella primavera del 92 il quale presentava la testa con le stesse caratteristiche cromatiche della madre e il resto del corpo più scuro. Entrambi si presentavano in pessimo stato di nutrizione nell’estate del 92. Non sono stati più avvistati. Questi mufloni rappresentano l’esito dell’ibridazione con la pecora domestica. I restanti mufloni hanno caratteristiche tipiche della razza. Alcune femmine presentano la fronte grigia e un abbozzo di corna di 2 cm circa. La colorazione del mantello nei capi normali, tenuto conto anche delle variazioni stagionali, è soggetta, come del resto in ogni popolazione, a piccole variazioni individuali.
    Per quanto riguarda la muta, essa inizia già a metà febbraio nei casi più precoci, e a metà marzo nella maggior parte dei casi. Si completa nell’arco di due mesi circa. A metà maggio tutti i mufloni presentano il manto estivo, più chiaro e a pelo raso, lucido a primavera, opaco in estate. Ciò è stato notato già da metà aprile. I primi ciuffi di pelo invernale che si perdono sono quelli del fianco e della spalla. Gli ultimi ciuffi di pelo invernale li ho osservati nella regione della natica in una femmina in data 24 maggio. La progressione delle fasi della muta è variabile nei singoli soggetti: per esempio il maschio ha mantello anomalo descritto al n° 2 si presenta a fine aprile col manto estivo ad eccezione del garrese e del collo che hanno ancora il pelo invernale. Il manto comincia ad infoltirsi già a metà settembre.
    A ottobre nei maschi adulti inizia a risaltare la sella bianca e un mese dopo essa spicca ben marcata su un manto scuro. Il maschio ha mantello anomalo descritto al n° 2 presenta la sella bianca in anticipo rispetto agli altri maschi. La femmina presenta gli stessi colori del maschio con una leggera tendenza però ha colori più tenui. Tutti i mufloni adulti mostrano una “riga mulina” di solito più marcata nei maschi, che contrasta sul chiaro mantello estivo. Essa si estende dall’occipitale fino alla regione lombare allargandosi a forma di losanga in corrispondenza del garrese. Da

    Muflone di Figarolo

    Muflone di Figarolo

    ambo i lati i maschi adulti presentano una stria nera che delimita le regioni ventrali bianche del tronco e che si estende dall’olecrano al garretto, bordando volarmente gli arti posteriori. Questa stria nera raggiunge a volte l’estremità distale del metatarso nella sua faccia laterale. Più precisamente si ferma al garretto nel maschio al mantello anomalo di 6-7 anni (n° 2) mentre raggiunge il nodello del maschio a mantello anomalo di 10 anni (n° 1); nei mufloni della riserva di Capo Figari si ferma al garretto.
    Sempre nei maschi adulti osserviamo una banda nera che origina nella regione della gola, lasciando al centro di essa una piccola area chiara, triangolare, col vertice rivolto in basso, e si estende al petto ove si allarga per poi proseguire con una stria nera sul lato dorso laterale degli arti anteriori fino al carpo. Questa ultima caratteristica è assente o meno marcata nelle femmine adulte. La “sella bianca” di tutti i maschi adulti non risulta evidente nel manto estivo. Per quanto riguarda i giovani, essi assumono le sopradescritte caratteristiche gradatamente all’approssimarsi dei 3 anni e mezzo di età , epoca nella quale hanno acquisito l’aspetto completo da adulto. Concludendo il discorso sul fenotipo riportiamo di seguito alcuni dati riguardanti due maschi con mantello normale catturati sull’isolotto (tabella).
    Le analisi elettroforetiche (isoelettrofocalizzazione) per la evidenziazione dell’omoglobina condotte sui campioni di emolisato dei due mufloni di Figarolo, confrontati con un soggetto controllo, una pecora domestica e un ibrido, hanno permesso di stabilire che i soggetti presentano in omozigosi il fenotipo emoglobinico (HbB) descritto già in precedenza per il muflone (Naitana e coll., 1990). Allo stesso modo anche il livello del potassio intraeritrocitario, parametro da noi (Naitana e coll., 1988) descritto in precedenza nel muflone (HK), è risultato nella media ). Limitamente a questi due parametri (emoglobina e potassio intraeritrocitario) che risultano particolarmente distintivi fra il muflone, pecora ed eventuale ibrido, i dati indicato chiaramente l’appartenenza dei due soggetti al gruppo dei mufloni “puri”. D’altronde le caratteristiche morfologiche dei soggetti catturati risultavano simili al muflone. In futuro potrebbe risultare certamente interessante il confronto di questi parametri fra soggetti con mantello, “anomalo” e soggetti “puri”.

Le abitudini alimentari dei mufloni di Figarolo

Gabbiani

Gabbiani

Il terreno di Figarolo è prettamente calcareo. La vegetazione è costituita da macchia secondaria a olivastro prevalente. Fra le piante arbustive mancano il mirto, il corbezzolo, il fico d’india, e la Calycotome spinosa. I mufloni si cibano preferibilmente del cotico erboso, seguono in ordine di preferenza, l’olivastro e il lentischio. L’ultimo posto è occupato dal cisto che è quasi ignorato. Nelle prime ore del mattino, quando la rugiada le ammorbidisce, appetiscono anche le foglie secche dell’asfodelo ormai sfiorito nel mese di giugno. Quando poi nei mesi estivi il cotico erboso scarseggia si nutrono prevalentemente di germogli di olivastro e lentischio. In virtù di rilievi condotti mediante osservazione diretta dei mufloni al pascolo, abbiamo potuto costruire un grafico in base al tipo di essenze fioristiche che gli animali consumano nelle diverse stagioni. I versanti preferiti per il pascolo sono quello occidentale e quello orientale con una certa preferenza per quelli più ventilati. Questa preferenza potrebbe essere costituita dal fatto che il vento porta con sé l’umidità ricca di sale che proviene dal mare, e fa si che il tasso salino delle piante sia maggiore proprio sui versanti ad esso più esposti. I mufloni mostrano dunque di gradire gradire questa quota salina integrativa. L’attività di pascolo è più intensa durante il giorno nei mesi freddi mentre l’estate i mufloni prediligono le fresche ore notturne. In ogni stagione i periodi principali di ruminazione sono quattro e durano circa un’ora ciascuno. Essi sono (con ora solare): 1) periodo serale dalle 19 alle 20 circa; 2) periodo notturno dalle 24 alle 01 circa; 3) periodo dell’alba dalle 05 alle 06 circa; 4) periodo pomeridiano, molto variabile, dalle 12 alle 16 circa. Il quarto periodo può essere anticipato (inizio alle 12) tardivo (inizio alle 15), in ogni caso è il più lungo e il più osservabile. A questo riguardo merita un discorso a parte è l’attività dei mufloni tra le 9 e le 18 nella stagione estiva. In questo arco della giornata infatti, come già accennato, l’attività di pascolo è ridotta a favore di una prolungata attività di ruminazione e di riposo rispetto ai mesi invernali. Il periodo di ruminazione pomeridiano, pur rimanendo un fatto costante, si inserisce in questa attività , risultando nei suoi limiti temporali meno distinto rispetto a quanto avviene nei mesi da settembre a maggio. Gli stessi sposta-menti prima e dopo la ruminazione pomeridiana, risultano meno evidenti.

Gruppo di cacciatori di mufloni

Gruppo di cacciatori di mufloni

Diciamo la prolungata attività di ruminazione nell’arco diurno indicato consente ai mufloni di smaltire il più intenso pascolo notturno. All’inizio della ruminazione i mufloni si dispongono in decubito sterno-costale, a volte brucano per un pò il cotico erboso in questa posizione, dopodiché inizia la ruminazione vera e propria. A distanza di 15 minuti circa si alzano, compiono gesti di pulizia, si guardano attorno e si ridispongono in decubito. Certe volte durante una di questa levate brucano per un pò e cambiano zona di decubito scegliendone una poco distante della precedente. Sono comunque intenti a occupazioni diverse per esempio mentre due ruminano in decubito, un terzo è dedito alla pulizia, un’altro bruca, un altro ancora ispeziona i dintorni. I piccoli fino ai 6 mesi ruminano di meno e passano il tempo che gli resta, mentre le madri ruminano, a giocare. Il periodo delle ruminazione è per i mufloni una occasione di riposo. Ruminazione e riposo sono strettamente associati. Ho osservato un muflone intento alla ruminazione pomeridiana che si accovacciava in decubito sempre sterno costale ma con il collo piegato di lato e la testa appoggiata sul ventre: dormiva. E’ rimasto così per 10 minuti. Ho avuto la possibilità di contare e di cronometrare gli arti masticatori durante la ruminazione pomeridiana in periodo invernale ed estivo; sono risultato 45/50 atti masticatori in 35″ e una pausa di 10″-15″ fra una masticazione mericica e la successiva. Questi valori sono stati pressoché simili in ambedue i periodi, nonostante le differenze di stagione e di alimentazione. Per quanto riguarda l’abbeverata è stato cronometrato che l’assunzione dell’acqua dura in media 10 secondi per ogni muflone, e che raramente solo pochi capi bevono per più volte. Il massimo è stato visto in un maschio adulto che si è abbeverato per 3 volte, ognuna delle quali per circa 6 secondi. In genere un ovino ingerisce 39,7 g di acqua in un secondo.

A cura di Roberto Serra Medico veterinario