Monumento dei Caduti

Di Golfo Aranci

Prefazione

Il Monumento dei Caduti in Guerra di Golfo Aranci pare abbia subito una metamorfosi: da Lapide a Monumento. Quale tra le due versioni e quella giusta? In base le ricerche effettuate sui libri di storia è venuto a galla che, quello che noi golfarancini chiamiamo “Monumento Dei Caduti, in realtà  è una lapide voluta dai Sardi emigrati a Roma. Essa ci riporta una pagina del rapporto “o bollettino di guerra” stilato dal Generale Cadorna. La lapide è stata eretta in segno di ringraziamento e di elogio nei confronti della Brigata Sassari che, durante lo svolgimento della Prima Guerra Mondiale, fu protagonista in una valorosa azione militare. In seguito, “la commemorazione” del 4 luglio ha attribuito alla lapide un’altro significato, anch’esso riportante lo stesso periodo, ma con un significato differente. L’importanza di questo Monumento è che fu il primo della storia dedicato alla Brigata Sassari, oggi ne esistono centinaia nelle piazze, strade, ecc..

6 novembre 2004 giornata per tutti i caduti, per loro tre “pietre-ricordo”

Alla “pietra ricordo della 1a Guerra Mondiale” il Comune ha aggiunto quella dei nostri Caduti e un’ altra per ricordo dei Caduti di Nassiriya. Il Cappellano le ha benedette e poi ha celebrato una S. Messa, per questi Caduti al servizio della pace.

Erano presenti Autorità  civili e militari, Associazioni, alunni delle Scuole, e tanto pubblico. Dopo la Messa, tutti su la Sardinia Ferries per il “lancio della corona” in mare.

Sulla via del ritorno rinfresco a bordo per tutti. Ancora una giornata ricordo, per chi è caduto compiendo un dovere e per chi continua a servire. L’ ha fortemente voluto, vi si è impegnato personalmente con gli operai del Comune e per il 6 novembre il “nuovo Monumento ai Caduti” si è inaugurato. Alla “pietra della Grande Guerra” dedicata alla Brigata Sassari è stata aggiunta una seconda pietra per i nostri Caduti nell’ ultima guerra ed una terza, dedicata ai Caduti in Iraq, a Nassirija. Lo ha benedetto don Giovanni Marongiu, Cappellano dei Carabinieri e Sergio Memmoli ora può andare fiero. E lo hanno notato tutti sentendolo parlare al microfono piuttosto emozionato.

A rappresentare il Prefetto si Sassari, impedito, c’era il Dr Mosca, golfarancino di adozione. Con lui le Autorità  Militari, le associazioni, le scolaresche e tanta gente. “Maestro delle cerimonie” è stato Marco Piras. Ha cantato il Coro maschile di Golfo Aranci. Alcuni alunni delle Medie, al termine della cerimonia, hanno letto i loro “pensieri” sulla pace, la guerra e Nassiriya, dopo che un Carabiniere, un Soldato e un Marinaio avevano recitato le “loro” preghiere. E poi tutti a bordo della Sardinia Ferries e “corona in mare”.

Il telegramma del Presidente della Repubblica

Cav. Uff. Sergio Memmoli Sindaco di Golfo Aranci (SS).

Il Presidente della Repubblica, in occasione dell’ inaugurazione del nuovo monumento ai Caduti della seconda guerra mondiale e ai caduti di Nassiriya nel Comune da lei amministrato, mi incarica di inviare a Lei, signor Sindaco, alle Autorità  presenti alla cerimonia e a tutti i cittadini di Golfo Aranci il suo partecipe saluto cordiale.
Salvatore Secchi Consigliere Giuridico

Autorità  Civili e Militari, Popolo… S. Messa, canti, preghiere avvicinano Golfo Aranci a Nassiriya

“Chi per la Patria muor non muore mai”
  1. Massimiliano Ficuciello
  2. Enzo Fregosi
  3. Giovanni Cavallaro
  4. Alfonso Trincone
  5. Alfio Ragazzi
  6. Massimiliano Bruno
  7. Daniele Chione
  8. Filippo Merlino
  9. Silvio Olla
  10. Giuseppe Coletta
  11. Ivan Chiotti
  12. Domenico Intravaia
  13. Horatio Maiorana
  14. Andrea Filippa
  15. Emanuele Ferraro
  16. Pietro Pietrucci
  17. Alessandro Carrisi
  • Saranno ricordati come i Caduti di Nassirija. Per sempre

Erano andati in Iraq non per “far guerra”

Caduti di Nassirya Carabinieri

Caduti di Nassirya Carabinieri

Ma per diffondere la pace. Erano stati destinati a Nassirija, la cittadina, a 400 km. a Sud di Baghdad, sorta sul corso inferiore dell’ Eufrate per iniziativa del pascià  Nasir Al-Sa’adon dal quale ebbe il nome di An-Nassirija. Nella zona si coltivano grano, orzo, e palme da datteri, in pace. Per essa sono caduti i “nostri”.

17 eroi

Tra i caduti di Nassirija, in prevalenza Carabinieri, sono presenti anche rappresentanti dell’ Esercito e della “nostra” Brigata Sassari. Con diversi “gradi”: dai Carabinieri scelti ai Caporali, dai Marescialli a Vice Brigadieri, Appuntato, Luogotenente e Capitano. E da diverse parti d’ Italia: uniti nel sacrificio. Dal passato una lezione per l’ oggi Abbiamo il piacere di offrire ai nostri lettori un brano scritto da Giovanni Pinna il 4 novembre 1992 in occasione della Messa per i Caduti presso il Monumento. Per la prima volta l’ Alza bandiera apre ufficialmente la cerimonia del 4 novembre, giornata dedicata alle onoranze per i nostri fratelli caduti in guerra. L’ atto patriottici del tricolore issato su un pennone simbolico ci riporta indietro, a tanti, tanti anni fa, quando in occasione di questa ricorrenza il monumenti ai Caduti veniva presidiato dal picchetto d’ onore dei militari dell’ Esercito e della Marina, che si avvicendavano con i militi della Benemerita in grande uniforme e con la Guardia di Finanza, fino al tramonto. Oggi questi valori sono praticamente scomparsi, complice il Governo per aver declassato a giornata lavorativa il 4 novembre. Ma per fortuna ci sono ancora uomini e donne di buona volontà che non dimenticano…

E noi che li abbiamo conosciuti, come possiamo dimenticare il sorriso bonario di Alessandro, la voce melodiosa neo canti sardi di Mario, il carattere allegro e giovanile di Ottavio, le vertiginose tarantelle di Armando e la furbizia e le geniali invenzioni di Enzo? Indimenticabili poi le scioccanti emissioni sono do Onorato, che si sentivano da un capo all’ altro del paese, allora molto piccolo, e la serietà  e laboriosità  di antonio e Giovanni. (Apollonio e Giovanni Maria non li abbiamo conosciuti). Li ricordiamo e ci pare di rivederli, arrivati in paese con un breve permesso, pavoneggiarsi nella fiammante divisa, che sempre avevano sognato da ragazzi, ed accalorarsi nel descrivere le bellezze e la potenza delle navi su cui erano imbarcati. Poi ritornarono a bordo. Nel giro di pochi mesi, presi nel vortice di una serie di sanguinose battaglie navali, sono scomparsi unitamente alle loro navi, inghiottiti dallo stesso mare che orgogliosamente avevano solcato.

Chi può dimenticare le nostre paure, gli spaventi, l’ ululato delle sirene, il rombo degli aerei nemici, le cannonate, i giorni 18 e 24 giugno del ’43, quando le bombe americane ridussero Golfo Aranci in un cumulo di macerie… E la fame… Chi può dimenticare lo sguardo disperato e angosciato delle nostre madri quando leggevano nei nostri occhi di giovani in pieno sviluppo il desiderio di un pasto sostanzioso che non potevano darci? E le nottate insonni, a stomaco vuoto, rannicchiati sotto una roccia per paura delle incursioni nemiche, sognando un semplice panino? Il pane allora era razionato: 150 grammi ogni 24 ore e niente companatico, all’ infuori di qualche cipolla. Quanto erano buone, quelle cipolle! E quanto ne abbiamo mangiato. Sono trascorsi ormai 50 anni da quando, i nostri fratelli hanno immolato la loro giovane vita in difesa della Patria e noi non possiamo dimenticare… che grazie soprattutto al loro sacrificio abbiamo vissuto questo mezzo secolo in pace, senza guerra. E’ perciò che noi abbiamo l’ obbligo di tramandare ai posteri i loro nomi.

Presenti

  1. Giovanni Maria Eretta
  2. Apollonio Derosas
  3. Giovanni Canu
  4. Onorato Sini
  5. Armando Varchetta
  6. Alessandro Chiocca
  7. Mario Pitzoi
  8. Antonio Spano
  9. Enzo Maddaloni

Nuova sistemazione del Monumento

Ecco perchè oggi diciamo ai giovani di riflettere sui valori della vita. Non sfidare il destino correndo sulle strade a velocità pericolose con le auto e con la moto! La vita è un bene irrinunciabile! Non rischiate di perderla stupidamente! Coloro che oggi onoriamo avrebbero voluto viverla, ed invece sono stati stroncati dalla guerra!

Ma non vi sono solo guerre che si combattono con le armi (o col volante)… Vi sono anche le piccole guerre, certamente meno cruente, ma altrettanto dannose, perchè provocano tensione e propositi di vendetta. Dobbiamo bandire dai nostri pensieri e dalle nostre azioni (e questo lo diciamo a quella fascia di giovani che si accanisce contro il patrimonio comunale) tutto quello che conduce alla violenza, e dare voce invece a ciò che può affratellarci maggiormente affinché la nostra vita scorra tranquilla e serena in una società sana. Per il bene del paese i contrasti devono essere eliminati a tutti i livelli. ci sono diversi modi, più democratici, per appianare qualsiasi divergenza: basta accettare il dialogo e tutto sarà più facile.

I ragazzi che oggi ricordiamo insieme agli altri caduti, non avevano niente, ma si contentavano di tutto; oggi abbiamo tutto e non ci contentiamo di niente… Allora non c’ erano discoteche e si organizzavano balli famigliari; non c’ era cinema né televisione, e loro preparavano recite e si esibivano in drammi e commedie destando l’ ammirazione dei Golfarancini (e non solo dei Golfarancini). Auto, moto e persino la bicicletta erano una chimera, ma per questo non si rinunciava alle gite: a cavallo alla strada e via: alle case rosse. al Semaforo, alla Madonna del Monte. Un panino, una fetta di mortadella, un fiasco di vino… e tutti in marcia allegramente. Poi venne la guerra che come un ciclone sconvolse tutto. Chiamate alle armi, disperazione di chi restava, sofferenze, fame e infine i lutti: molti giovani persero la vita, ma anche quelli che restarono non ebbero giovinezza.

Oggi diciamo a voi: “Non siate insofferenti! Certamente qualcosa vi manca, ma ne avete tante altre!… Non state sempre a contestare ed evitate di fare cose che domani potrebbero far vergognare! Noi, come i fratelli caduti, non ne abbiamo avuto la possibilità; questa possibilità voi l’ avete: godetevi quel bene immenso che possedete: la giovinezza!

Infine vogliamo ricordare agli Amministratori che deve finire “l’ emarginazione del Monumento”, ormai relegato nell’ angolo più buio e trascurato del paese, dove non passa quasi mai nessuno. Per i valori affettivi e patriottici che rappresenta, deve essere trasferito in luogo più decente, ed inserito nel contesto del paese. Ci è stata fatta una promessa; adesso chiediamo che venga mantenuta.

Servizio traghetti a cura di Traghettilines