Olivastro

di Golfo Aranci

Olivastro

Olivastro

L’Olivastro (Olea europea L. var. olivaster), chiamato anche olivo selvatico, è una pianta tipicamente mediterranea ma che, a causa della sua coltivazione sin dai tempi antichi, cresce in un’area geografica molto estesa.

In Sardegna vive assieme al lentisco, al carrubo, al ginepro e ad altre specie della macchia, fino ai 500-600 m. di quota. E’ molto longevo ed ha un’eccezionale capacità di riprodursi dalla ceppaia per cui si riprende velocemente se danneggiato dal fuoco. L’olivo appartiene alla famiglia delle Oleaceae e si distingue per la sua longevità e frugalità.

L’olivo o ulivo (Olea europaea) è un albero da frutto che si presume sia originario dell’Asia Minore e della Siria, perché in questa regione l’olivo selvatico spontaneo è ab antiquo comunissimo, formando delle vere foreste sulla costa meridionale dell’Asia Minore. Qui appunto i Greci cominciarono a coltivarlo scoprendone le sue proprietà, cui diedero il nome speciale di ἔλαια che i Latini fecero olea.

Fu utilizzato fin dall’antichità per l’alimentazione. Le olive, i suoi frutti, sono impiegati per l’estrazione dell’olio di oliva e, in misura minore, per l’impiego diretto nell’alimentazione. A causa del sapore amaro dovuto al contenuto in polifenoli appena raccolte, l’uso delle olive come frutti nell’alimentazione richiede però trattamenti specifici finalizzati alla deamarizzazione (riduzione dei principi amari), realizzata con metodi vari. Appartiene alla famiglia delle Oleaceae e al genere olea.

Olivastro

Olivastro

I nomi “olivo” e “ulivo” derivano dal latino olīvum, da un ablativo olīvīolīvō di oleum, a sua volta dal greco arcaico ἔλαιϝον élaiwon e dal greco classico ἔλαιον élaion; la forma “ulivo”, come anche “uliva”, è più frequente in Toscana, ma diffusa anche in altre parti d’Italia, sebbene in contesti poetico-letterari; la forma “olivo”, del tutto prevalente invece nella letteratura scientifica, è tipica del Veneto, di parte della Sardegna, dell’Emilia-Romagna e del Lazio settentrionale; nel Sud prevalgono aulivoalivoavulivo.

L’ulivo è un albero sempreverde e un albero latifoglie, la cui attività vegetativa è pressoché continua, con attenuazione nel periodo invernale. Ha crescita lenta ed è molto longevo: in condizioni climatiche favorevoli può diventare millenario e arrivare ad altezze di 15-20 metri. La pianta comincia a fruttificare dopo 3-4 anni dall’impianto, inizia la piena produttività dopo 9-10 anni e la maturità è raggiunta dopo i 50 anni; a differenza della maggiore parte dell’altra frutta, la produzione non diminuisce con alberi vetusti, infatti nel meridione si trovano oliveti secolari. Le radici, per lo più di tipo avventizio, sono espanse e superficiali: in genere non si spingono oltre i 0,7-1 metro di profondità.

Il fusto è cilindrico e contorto, con corteccia di colore grigio o grigio scuro e legno duro e pesante. La ceppaia forma delle strutture globose, dette ovoli, da cui sono emessi ogni anno numerosi polloni basali. La chioma ha una forma conica, con branche fruttifere e rami penduli o patenti (disposti orizzontalmente rispetto al fusto) secondo la varietà.

Olivastro

Olivastro

Le foglie sono opposte, coriacee, semplici, intere, ellittico-lanceolate, con picciolo corto e margine intero, spesso revoluto. La pagina inferiore è di colore bianco-argenteo per la presenza di peli squamiformi. La parte superiore invece è di colore verde scuro. Le gemme sono per lo più di tipo ascellare.

Il fiore è ermafrodito, piccolo, con calice di 4 sepali e corolla di petali bianchi. I fiori sono raggruppati in numero di 10–15 in infiorescenze a grappolo, chiamate “mignole”, sono emessi all’ascella delle foglie dei rametti dell’anno precedente. La mignolatura ha inizio verso marzo–aprile. La fioritura vera e propria avviene, secondo le cultivar e le zone, da maggio alla prima metà di giugno.

Il frutto è una drupa globosa, ellissoidale o ovoidale, a volte asimmetrica. È formato da una parte “carnosa” (polpa) che contiene dell’olio e dal nocciolo legnoso e rugoso. Il peso del frutto varia tra 1–6 grammi secondo la specie, la tecnica colturale adottata e l’andamento climatico. Ottobre-dicembre è il periodo della raccolta, che dipende dalle coltivazioni e dall’uso che si deve fare: se da olio o da mensa.

Sorgente Wikipedia: Olea europaea