Cala Fenice

Punta del Mortale

Quel 09 gennaio, a largo di Punta del Mortale, alle ore 21.00, naufragò la Tartana Fenice, aveva a bordo 8 marinai, ne morirono 7, fra di essi due ragazzi di 11 e 14 anni, solo il Capitano si salvò. Altri quattro bastimenti viareggini naufragarono tra la Corsica e le coste della Sardegna di cui due, la Bilancella “Ida”ed il Cutter “Efigenia“, con la perdita totale di uomini e beni. In quella terribile notte di tempesta nei mari italiani affondarono altri 15 Bastimenti, morirono circa 184 marinai.

Le tombe si affacciano sul golfo di Punta Della Canigione. I marinai riposano qui da 120 anni, tra cespugli verdi e rocce modellate dal vento, dove anche d’inverno il mare si colora di smeraldo. Sono solo alcuni dei naufraghi della tartana Fenice. Una imbarcazione a vela, partita da Viareggio con l’intento di raggiungere Carloforte, che la sera del 9 gennaio 1896 colò a picco davanti a quella che oggi si chiama appunto Cala Fenice, alle spalle di Golfo Aranci e a una manciata di metri da Cala Sabina. La zona di Golfo Aranci, nel corso dei secoli, ha dovuto fare i conti con numerose tragedie del mare. E questa è una di quelle. Una vicenda drammatica che costò la vita a numerosi marinai, tra cui un bambino di soli 11 anni.

Le tre navi

La tragedia del 9 gennaio 1896 è ricordata come la più grave della marineria viareggina. Quella sera, infatti, naufragarono tre bastimenti della città toscana: la Tartana Fenice, la bilancella Ida e il cutter Efigenia. Una violenta tempesta di vento, pioggia e neve – che flagellò tutto il Mar Tirreno – inabissò le tre imbarcazioni e causò la morte di 18 marinai. La Fenice, diretta a Carloforte, trasportava 130 tonnellate di legname e affondò dopo aver urtato contro gli scogli di punta del Mortale, poco più un là di Cala Fenice. L’Efigenia, invece, con un carico di dinamite per le cave sarde, saltò in aria davanti all’isola di Mortorio. La Ida, carica di grano per Livorno, naufragò invece lungo le coste corse nei pressi di Bastia. In tutto morirono dunque 18 marinai. L’equipaggio della Fenice era composto da 8 persone e si salvò soltanto il capitano della tartana. Il mare poi restituì solo 4 corpi, che qualche golfarancino di 120 anni fa pensò poi di seppellire.

Il naufragio della Fenice

L’imbarcazione partì da Viareggio il 7 gennaio 1896. Ma il viaggio si trasformò in un incubo già all’altezza dell’isola d’Elba. La tartana riuscì comunque ad attraversare il Tirreno e ad arrivare davanti alle coste galluresi, in prossimità di Capo Ferro, vicino a Porto Cervo. «Ci è venuto giù l’albero – raccontò il capitano Francesco Vassalle al giornale La Burlamacca -. Era tutto uno sconvolgimento, un maremoto. Mi avvidi che si andava contro la costa e raccomandai ai miei marinai che non si sgomentassero». La Fenice, però, urtò contro gli scogli e l’intero equipaggio cadde in mare. Il capitano riuscì a rifugiarsi sulla terra ferma, da solo. «Me ne andai a ridosso di un cespuglio e lì mi rannicchiai, coprendomi la testa con la camicia di lana per ripararmi dal vento e dalla neve ghiacciata – raccontò ancora Vassalle -. Il 10 gennaio guardai il mare: del mio bastimento non vidi più nulla, nessuno dell’equipaggio. La cantoniera mi vide e chiamò gente. Mi apprestarono le prime cure e con un vagoncino 4 sardegnoli mi trasportarono in mezz’ora a Golfo degli Aranci».

Le tombe ritrovate. Nei giorni successivi furono ritrovato soltanto quattro corpi: sono quelli di Antonio Cupisti, del figlio di 11 anni Clodoveo, di Giovanni Luporini e di Michele Bertuccelli. I naufraghi furono poi sepolti lungo la costa in tombe semplici ma dignitose: un cumulo di pietre e una croce. Negli anni a Golfo Aranci si perse la memoria di quel naufragio. Fino al 1995, 99 anni dopo, quando un incendio riportò alla luce le tombe dei quattro marinai, che furono subito risistemate con l’interessamento di un comitato.

Noi, oggi, vogliamo ricordarli tutti, compresi i tanti golfarancini che in mare hanno perso la vita. Golfo Aranci 13 gennaio 1996 il Comitato. Sabato 11 gennaio 2003, presso la spiaggia di Cala Fenice (Cala Pasquale), si è svolta la commemorazione del naufragio dei bastimenti viareggini, Ida, Fenice e Efigenia. Dopo quella del centenario (13 gennaio 1996), la messa  dell’11, oltre al ricordo dei naufraghi, ha segnato il gemellaggio Golfo Aranci – Viareggio. Lo svolgimento della commemorazione è da attribuire alla buona volontà  del Comitato, che ha provveduto al disboscamento della zona del Cimitero che ospita i resti dei marinai e al promotore della delegazione viareggina Alessandro Torcinelli. La Viareggio Marinara, in segno di ringraziamento, ha donato al Comune di Golfo Aranci una lapide dove è incisa una preghiera per i naufraghi, momentaneamente esposta presso la casa comunale.